Il Palio della Gru

Cenni storici

In Piemonte regnava il Duca Carlo Emanuele I di Savoia che dal padre Emanuele Filiberto aveva ereditato numerosi problemi non ultimo quello di non soccombere alle pressioni d'invasione della Francia a ovest e della Spagna a est.
Dagli spagnoli si difese sposando l'Infanta Caterina, figlia del re di Spagna.
Contro la Francia combattè prima a Saluzzo, poi in Provenza e quindi ancora in Piemonte e la guerra si concluse nel 1601 con la conquista, da parte del Duca, del marchesato di Saluzzo e la perdita di alcuni territori d'Oltralpe.
Fu un periodo di carestie, distruzioni a cui si aggiunse il flagello della peste che, da sempre, accompagnava le guerre e Grugliasco, come tutta la Bassa Val Susa, non scampò al contagio. I monatti passavano per le strade e nelle case caricando i morti sui loro carretti per trasportarli fuori dalle mura. Non si conoscevano rimedi se non l'affidarsi a San Rocco, santo protettore dalla peste. Iniziarono le celebrazioni delle Messe in suo onore e nel 1599 il morbo cessò.
Dal 1984 l'Associazione Cojtà Grugliascheisa per festeggiare tale avvenimento ha immaginato una gara fra i monatti ed i loro carretti, purificati e abbelliti da una grande gru, simbolo della Città di Grugliasco.
Lo stemma di Grugliasco


La gara

Il Palio - che si festeggia la prima domenica di giugno - consiste nella corsa di sei carri, che rappresentano altrettanti "cantun" (borghi) nei quali è stata suddivisa la Città, cercando di rispettare le antiche divisioni ed i nuovi insediamenti. Uno di questi è proprio borgata Gerbido, anticamente nominato "Gerbo". I carri del peso di 55-65 Kg sono trainati da quattro monatti che devono compiere cinque giri di corsa. I festeggiamenti per il Palio iniziano il sabato sera quando il banditore - accompagnato dai tamburini - passando di borgo in borgo annuncia "La Crida", ovvero la Regia disposizione della revoca della quarantena per il cessato flagello della contagione.
Dopodiché segue la "douertura dle piole", l'apertura delle osterie dei borghi. Oltre al momento conviviale il ritrovo nelle trattorie è la premessa di strategia e di incitamento per la vittoria del proprio borgo. Con una sfilata in costume ogni Borgo converge con insegne, tamburini, sbandieratori, al punto di ritrovo per poi entrare nel Borgo Antico e confluire nella piazza del Comune.
Il vecchio centro storico, si trasforma fin dall'alba della domenica mattina: ferve il lavoro dei vecchi mestieri, delle vecchie botteghe e gli artigiani e i commercianti, in costume d'epoca espongono i loro prodotti sotto l'occhio vigile delle Milizie paesane. Dopo la Tenzone, ovvero la richiesta di ogni capo-monatto dei vari borghi di correre il Palio e la relativa concessione delle autorità locali, vi è il momento culminante del Palio, ovvero la frenetica corsa dei monatti e dei loro carretti, nella piazza antistante il Municipio.
La Gru del Gerbo

Il "cantun" vincitore si aggiudica lo Stendardo del Palio che conserverà per un anno, il Palietto (quadro realizzato da un pittore locale) e un premio simbolico costituito da una damigiana di vino, pane, salame e formaggio come augurio di fortuna ed abbondanza.

(Testo per gentile concessione della signora Germana Gariglio -
Cojtà Grugliascheisa)

Galleria fotografica

I carri alla partenza